Filtri erogatori - problemi legati all’acqua nel prodotto

Tra i vari problemi che possono affliggere i filtri degli erogatori, un capitolo particolare riguarda la presenza di acqua nel prodotto

L’acqua, un nemico insidioso

Oltre alle impurità solide, nei carburanti è sempre presente una certa quantità di acqua. Tracce di acqua sono fisiologiche e normalmente non rappresentano un problema. Se però la quantità di acqua aumenta, costituisce ovviamente un grave rischio per i motori.

Il gasolio è più soggetto della benzina ad avere problemi di presenza d’acqua perché, con l’introduzione di percentuali sempre maggiori di gasolio di derivazione vegetale nella produzione, la presenza di acqua in quantità anomala è diventata sempre più frequente.

Con la filtrazione si devono quindi eliminare non solo le impurità solide ma anche l’acqua. A questo scopo molti erogatori prevedono la possibilità di istallare appositi filtri progettati per fermare l’acqua; questi filtri sono, per quanto detto sopra, particolarmente suggeriti per il gasolio anche se vengono frequentemente installati su entrambi i prodotti.

Il flagello delle mucillagini batteriche

Sempre per il gasolio, un discorso a parte deve essere fatto per l’inquinamento biologico. A causa della componente di derivazione vegetale (attualmente previsa nella quantità massima del 7%) nel gasolio sono presenti dei batteri che, in particolari condizioni, prolificano rapidamente.

In breve tempo si creano delle colonie batteriche che si manifestano come una mucillagine bruna che si accumula rapidamente nei serbatoi e nelle tubazioni. Quando questo si verifica, i filtri degli erogatori si intasano molto velocemente e spesso si arriva a non poter più erogare se non sostituendo un filtro dopo l’altro.

Per casi di contaminazione del gasolio di lieve entità è possibile installare filtri maggiorati, ovvero filtri con la stessa proprietà filtrante dei filtri originali (in genere 30 micron) ma di dimensioni maggiori. Non tutti gli erogatori hanno uno spazio interno sufficiente ad accogliere il filtro maggiorato e quindi è prima necessario verificare che l’erogatore sia idoneo (ad esempio gli erogatori Gilbarco SK700 sono idonei). Alcuni proprietari scelgono di modificare l’impianto installando un filtro esterno di grandi dimensioni; è una scelta che può essere vantaggiosa ma che richiede una modifica impiantistica di una certa importanza.

Nei casi di contaminazione del gasolio è tuttavia sempre consigliabile procedere ad additivazione del prodotto in cisterna con opportuni prodotti chimici. La proliferazione batterica è in genere un fenomeno degenerativo, quando comincia è destinata ad aumentare ed è quindi indicato intervenire fin dalla comparsa con un’additivazione preventiva; se la contaminazione diventa critica, l’additivazione con dosaggi shock e pulizia del prodotto diventa l’unica alternativa alla costosa bonifica della cisterna e delle tubazioni.

Il trattamento preventivo può essere fatto dal gestore versando in cisterna il prodotto chimico secondo le istruzioni del rivenditore, per l’effettuazione dei trattamenti shock con pulizia del prodotto è invece necessario rivolgersi ad una ditta specializzata che provvederà a flussare le tubazioni tra serbatoio ed erogatore rimuovendo la massa della colonia batterica.

Luca Gugliermina